Présentation de l’éditeur
"La convulsa e poliedrica età del riformismo asburgico in area lombarda ha da sempre attirato l’attenzione degli storici del diritto, rappresentando un interessante e fecondo terreno sul quale si sono sviluppati importanti studi sulla cultura giuridica, sugli apparati giudiziari, nonché sull’amministrazione della giustizia. La centralità e la fama di cui godettero le città di Milano e di Pavia nel XVIII secolo, l’una “cuore pulsante” dell’illuminismo lombardo, sede del governatore della Lombardia austriaca e del Senato, l’altra sede del più antico e prestigioso Ateneo lombardo, possono spiegare la concentrazione di ricerche storico-giuridiche lungo l’asse Milano-Pavia. Risulta, quindi, comprensibile come il riformismo di marca milanese, che annoverava tra le sue fila nomi illustri come quelli di Cesare Beccaria e Pietro Verri, l’insegnamento di Luigi Cremani, «figura del giurista filosofo idealizzata dalla cultura settecentesca», presso l’Ateneo pavese, e il ruolo politico del Senato milanese, «deus ex machina della locale vita del diritto», abbiano determinato inevitabilmente una sorta di marginalizzazione del Mantovano asburgico." (Introduzione)